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I miei libri più recenti

 

 

Maurizio Garuti

Parlano ancora

I Sepolcri di Persiceto

Minerva, 2023, pp.255, 18

 

È un cimitero “monumentale” quello di Persiceto. Carico di anni e di polvere, di storia e di storie. Istituito nel 1785, precedette nel tempo sia la Certosa di Bologna (1801) sia l’editto napoleonico (1804) che impose la sepoltura dei morti fuori dalle mura. L’autore si aggira per i lunghi porticati, legge epigrafi sulle lapidi, osserva sculture e decorazioni, scruta i volti in bassorilievo che corredano i sepolcri più antichi e gli

ovali fotografici che cominciano ad apparire dalla fine dell’Ottocento, diventando una folla di sguardi e di figure nel secolo scorso e dopo, fino a noi. Dal mormorio silenzioso di tante voci, Garuti districa le storie di personaggi noti e ignoti. Ognuna di esse descrive un destino individuale e allo stesso tempo, come la tessera di un mosaico, compone il destino di una comunità attraverso le altalene della storia. Oltre ai “segni che parlano”, l’autore si avvale della memoria orale trasmessa attraverso le generazioni, e delle tracce lasciate nelle fonti scritte. Il risultato è un libro che si legge come un romanzo corale, con tutti i registri del sentimento, dal tragico al comico. E resta l’impressione di un inno alla vita, intonato in un luogo che comunemente si ritiene di morte.

 

PRIMA PRESENTAZIONE ASSOLUTA

2 novembre 2023, ore 21

Teatro Comunale, San Giovanni in Persiceto

con Lorenzo Pellegatti, Maura Pagnoni, Elena Di Gioia, Matteo Marchesini, Mauro Felicori, Paolo Grandi, Saverio Mazzoni

 

 

 

 

 

Maurizio Garuti

Il caso Cianciulli

La saponificatrice di Correggio

Minerva, 2023, pp. 190, 18

 

Una donna ha fatto tremare l’Italia fra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Si chiamava Leonarda Cianciulli. Venuta dal Sud nella quieta Correggio, madre di famiglia, sposata con un grigio impiegato del catasto, la Cianciulli è stata la più celebre serial killer italiana. Uccideva le sue vittime e distruggeva i loro corpi facendo sapone: questa l’eco leggendaria che ancora si tramanda attraverso la memoria orale e una gran quantità di studi e di inchieste giornalistiche. Ma questo libro è un romanzo, non è l’ennesimo saggio sociologico. L’autore ha utilizzato tutti i dati della verità storica per raccontarli nella forma avvincente di un noir. Il commissario Federico Serrao, il poliziotto che realmente condusse le indagini, è il protagonista. La Cianciulli, indiziata dalla voce popolare, è la sua antagonista. La scena è una Correggio paesana e rurale che partecipa al dramma col fiato sospeso. L’autore accompagna il lettore pagina dopo pagina alla scoperta di una storia nuova, piena di suspense e colpi di scena.

Era pazza? Che fine hanno fatto i corpi delle vittime? Faceva davvero sapone nella cucina di casa? Nessuno della sua numerosa famiglia (marito, quattro fi gli, due domestiche) s’è mai veramente accorto di nulla? La soluzione è nelle ultime pagine, come nel più classico dei gialli.

 

 

 

 

 

 

Maurizio Garuti

La solitudine di Carlo Alberto

I Pizzardi, una saga familiare

Minerva, 2022, pp. 204 + XXXII, 20

 

 

Vengono dal nulla, quando il sangue nobile era tutto o quasi. Il primo a farsi luce è Francesco Pizzardi sul finire del Settecento. Traffica con l’esercito di Napoleone, diventando fornitore di vettovaglie. Con i quattrini compera una miriade di poderi a basso costo, ex proprietà ecclesiastiche o nobiliari. I suoi figli proseguono l’espansione realizzando una specie di regno terriero nella pianura fra Bologna, Bentivoglio e Castel Maggiore.

Il Papa, sovrano dello stato pontificio, nobilita il loro sangue, e li fa marchesi.  Luigi Pizzardi, patriota, industriale, proprietario terriero, è il primo sindaco della città dopo l’annessione al Regno d’Italia. Vittorio Emanuele II lo nomina senatore. La potenza della stirpe è al culmine. Ma i suoi quattro figli intraprendono strade diverse: qualcuno si perde in follie, qualcun altro nella follia. È un mezzo naufragio. Il solo Carlo Alberto Pizzardi resta al timone dell’impresa. Riporta in auge l’impero di famiglia, stabilendo la sua capitale a Bentivoglio dove restaura il castello, costruisce palazzi fra cui l’ospedale, bonifica paludi. È padrone di tutto, escluso solo il municipio. Ma alla fine, ultimo esponente del casato, compie una scelta clamorosa, della quale i bolognesi gli sono ancora grati. Una storia vera che l’autore sa rendere avvincente come un romanzo.

 

 

 

 

 

 

Maurizio Garuti

La colpevole

Romanzo

Pendragon, 2022, pp. 190, 16,00

 

Una telefonata dall’ospedale di una città lontana avverte Nanni che sua madre sta per essere dimessa, ma non è in grado di camminare e non c’è nessuno nelle vicinanze a cui possa essere affidata. Nanni cade dalle nuvole, non sapeva neppure che fosse ricoverata. Per lui quella donna è poco più di un’estranea. Una colpa lontana e misteriosa l’ha esclusa dalla sua vita, condannandolo a un’infanzia di solitudine e di buchi neri. Soltanto un felice matrimonio ha posto fine a quel doloroso periodo dal quale ora gli giunge un segnale inaspettato con una richiesta di aiuto.

Ma cos’era successo, allora? Nanni conserva nella memoria pochi frammenti della sua primissima infanzia. Ricorda che la madre, durante la guerra, si incontrava con un ufficiale tedesco e che lui, bambino di tre anni e mezzo, veniva affidato a una vicina. Poi, la notte prima della Liberazione, era avvenuto qualcosa di terribile, di cui conserva solamente barlumi confusi. Nanni, incoraggiato dalla moglie, parte per l’ospedale della città lontana. Sarà un viaggio grazie al quale, attraverso una serie di scoperte emozionanti, potrà ricomporre i tasselli mancanti della sua vita.

 

In libreria dal 7 giugno 2022

 

 

 

 

Maurizio Garuti

Il lungo inverno

La Resistenza a San Pietro in Casale

e nella Bassa bolognese

Minerva, 2022, pp. 175, 15,00

 

Spesso ho scritto i miei libri ricavando le storie dall’ascolto della gente. È successo anche stavolta. In realtà sono soltanto tre o quattro i partigiani che ho potuto ascoltare direttamente dalla loro voce. Gli altri, nel territorio che mi interessava, non c’erano più. Il tempo se li era già portati via.

Per fortuna, molti di loro avevano lasciato memorie scritte della loro attività partigiana nei mesi di fuoco fra il 1943 e il 1945. Memorie disperse in monografie, antologie, opuscoli, fogli sparsi. Le ho cercate nelle biblioteche. E così ho potuto risalire alla loro voce. E ascoltarli. Quasi come se mi parlassero.

Ne è uscito questo romanzo corale di storie vere, dove nulla è inventato, se non il flusso della narrazione.

 

 

Con questo Il lungo inverno Maurizio Garuti si conferma non solo un “grande ascoltatore del suo territorio” ma anche uno dei migliori, in Italia, a dare veste narrativa a fatti e vicende storiche.

Geraldine Meyer

 

Queste sono “le storie vere”, un misto di molte tragedie e poche commedie, di molti pianti e di pochi sorrisi che solo la letteratura ci sa restituire.

Alessandro Castellari

 

 

 

 

 

Maurizio Garuti

Ritratto segreto di Giuseppe Dozza

Romanzo.Con ampio apparato fotografico

dall'archivio di Walter Breveglieri

Minerva, 2021, pp. 192, 19,00

 

 

Giuseppe Dozza è stato il sindaco più amato di Bologna. Fattorino di bottega, a 14 anni scopre il socialismo ed evade da un destino di vita già tracciato. Ripara in Francia per sfuggire al carcere fascista, diventa uomo di punta del Pci in esilio. Vive una vita avventurosa, ricorre a una mezza dozzina di identità false per nascondersi e sopravvivere. È a Mosca negli anni cupi delle “purghe” staliniane, ma viene preso di mira perché non abbastanza sottomesso a Stalin. Il Pci lo emargina e poi lo riaccoglie. Ritorna a Bologna per combattere i nazifascisti. È il sindaco della Liberazione e della ricostruzione. Memorabili gli scontri e gli incontri con Lercaro e Dossetti. Poi a sessant’anni lo colpisce una malattia invalidante, lenta e inesorabile. Seguono anni di solitudine e di deserto affettivo. Le fotografie di Walter Breveglieri, in gran parte inedite, offrono una visuale straordinaria sul personaggio, su Bologna e sul Pci fra il 1945 e gli anni Sessanta. E completano un racconto che avvince ed emoziona.

 

Prima presentazione: martedì 16 novembre ore 18,30 nel salone della sede storica del Pci, via Barberia 4 (Bologna). Con Aldo Balzanelli (giornalista), Matteo Marchesini (critico e scrittore), Roberto Mugavero (editore). Letture di Gabriele Marchesini (attore e regista teatrale).

 

 

 

 

 

Maurizio Garuti

Fuga in campagna

romanzo

Minerva, 2021, pp. 262,  16,90

 

Andrea Traversi, stimato professore di liceo e scrittore cinquantenne, si trasferisce in campagna con la moglie Francesca e la figlia tredicenne Maria Sole. Lascia una casa signorile nella zona universitaria di Bologna, ormai invivibile nelle ore notturne per sballo e caos. Andrea cerca nella campagna uno spazio incontaminato, dove spera di trovare ispirazione per i suoi romanzi e serenità per la sua famiglia. Ma le cose non vanno come previsto. La campagna non è l’Eden che lui favoleggiava. È una pianura intensiva e spopolata, misteriosa e nemica, che custodisce unsegreto sconvolgente tra le mura di una villa nascosta fra i campi. Altri personaggi entrano in scena. E la storia prende le forme del thriller.

 

 

 

 

 

 

Maurizio Garuti

Pagine ad alta voce

Teatro da leggere

Collana I Chiodi

diretta da Matteo Marchesini

Pendragon, 2021, pp. 381,  18,00

 

 

Sia detto sottovoce, ma il libro che avete tra le mani è una specie di scandalo. Culturale, letterario; soprattutto teatrale. E’ lecito riunire in un solo volume una pièce alla Pinter e un’epopea emiliana scritta per Marescotti o Vito? E’ possibile esordire da sofisticati premi Riccione e maturare convintamente nazionalpopolari?

In questo scandalo sta la singolarità di Maurizio Garuti, il cui talento per la narrazione e per la scena si può paragonare a quello di certi vecchi artigiani ormai introvabili. Garuti possiede tutte le doti che i teatranti cosiddetti sperimentali disprezzano senza averle imparate: precisione, estro, senso istintivo dei tempi, amore per la verità concreta. E la sua vittoria giovanile sul loro terreno, riesaminata oggi, sembra quasi una sfida beffarda.

E’ come se il drammaturgo, facendo il primo passo in pubblico, avesse voluto dire: “visto che ho le carte in regola? Adesso però basta, mi son già stufato”. Eppure in questo Teatro da leggere c’è una coerenza. Prima di tutto, circola ovunque la stessa passione per la storia monumentale e materiale: quando si leggono o si ascoltano le battute novecentesche di Fox, il monologo sul Giro d’Italia del 1914 o le pagine sul mito di Garibaldi, si può star sicuri che ogni particolare illuminato dall’autore è veritiero, e acquista il significato tra personale e leggendario che gli dà chi di quella storia si considera un ultimo erede. Ma al tempo stesso, dall’inizio alla fine, la raccolta è permeata dalla consapevolezza amara che gli eventi si perdono nella diceria quanto più ci si avvicina alle classi che la storia l’hanno subìta senza scriverla, faticando come bestie e rialzando il capo solo in rari attimi di comica, struggente testardaggine. Già nel dramma degli esordi, ciò che resta alle povere figure spaesate non è forse appena un po’ di astuzia bertoldesca, che balugina a tratti nella routine della demenza? Ognuna di loro, come il maiale condotto a morte in un’altra pièce di straordinaria esattezza antropologica, “ignora i dettagli, ma intuisce il senso”. Che è il senso di uno smarrimento originario, indistinguibile dall’identità. “Mi ricordo d’essere sempre stata in clinica” dice Ester nella Casa dei ferrovieri. E chi mai, in quella Bassa che è forse l’unica vera musa di Garuti, può dire di esserne uscito?

 

Matteo Marchesini (dal risvolto di copertina)

 

 

 

Maurizio Garuti

Lontano da Padre Marella

Monologo teatrale

Fotografie di Walter Breveglieri

Minerva, 2020, pp. 82,  8,00

 

in libreria da novembre

in distribuzione con Il Resto del Carlino

il 31 ottobre

 

 

Il protagonista di questa storia è un uomo che si racconta in prima persona. Ha incontrato due volte don Marella e sono state entrambe esperienze decisive per la sua vita. Il primo incontro avviene nel 1927 e dura tre anni. Olinto Marella è il suo professore di Filosofia al liceo Galvani di Bologna. Nessuno fra gli allievi sa che fino a sedici anni prima il docente era un prete e che il suo sacerdozio è stato interrotto bruscamente da una sospensione a divinis. È un professore “strano”, veste una marsina monacale, si avverte in lui un “maestro di vita”: è uno che ti induce a guardarti dentro.

Poi il suo passato viene a galla, la sua colpa è stata quella di essere un prete “scomodo”; viene riabilitato e, in seguito, diventa a tutti gli effetti padre Marella, l’eroe di una straordinaria dedizione di sé per il riscatto degli ultimi.Il secondo incontro avviene trent’anni dopo, nel 1958. L’ex studente si è laureato, è stato in guerra, ha fatto un po’ di

Resistenza, ha creduto in una società nuova e in un percorso laico

diverso da quello di ispirazione religiosa. Rivede il suo ex professore

all’uscita dal cinema, una notte di neve, questuante per le sue opere

sociali. Sono due vite che si incrociano, e il protagonista si trova a fare un bilancio impietoso della propria.

 

 

 

Maurizio Garuti

Il cuore delle donne

Storie vere di cibo, amore e coraggio

Pendragon, 2020, pp. 304, € 18,00

 

 

Incontrare una donna, dirle: «Parlami di te». Ascoltarla. Interloquire soltanto per assecondarne il flusso dei ricordi e dei pensieri. Lasciar cadere ogni tanto un «E poi?», «E allora?».
L’ho fatto decine di volte, con donne di ogni età, anche oltre la soglia della vecchiaia. Mi hanno confidato i loro segreti, i loro sogni, i loro amori. Mi hanno svelato le trame e i personaggi della loro vita: fidanzati, figli, mariti, padri e madri. Due parole chiave nei loro discorsi: l’amore e il cibo. Aspetti della stessa vocazione profonda, che nella grammatica femminile è voce del verbo prendersi cura. Un verbo che tocca subito sfere più vaste: il lavoro, la famiglia, la società. Si dilata anche la nozione di amore: cuore non è più solo cuore, diventa coraggio, forza vitale, slancio verso gli altri. Questo libro nasce da un ascolto che dura da diversi anni. Per me la sfida era cogliere la fiamma di ogni donna e provare a raccontarla: a volte con uno schizzo, una confessione, un monologo; altre volte imbastendo un miniromanzo. Il tutto in casuale mescolanza di tragico e comico, anche uscendo dalle righe del reale, ogni tanto. La scena è emiliana, dalla città alla pianura, dall’ultima guerra ai nostri giorni. Oltre due terzi di un secolo. È cambiato il mondo nel frattempo. Le donne sono cambiate più di tutti. Nei diritti, nella coscienza di sé, nel ruolo sociale. Ma per fortuna sono anche rimaste quelle di sempre.

 

La rassegna completa nella pagina "Narrativa"

 

 

   
 

 

 
   
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